


A completa essiccazione, ho atteso due giorni, ho preso il calco, che grazie alla stagnola non si era attaccato da nessuna parte, e l’ho posizionato sul tavolo di lavoro facendo bene attenzione a mantenere la stessa inclinazione, usando degli spessori di polistirolo, per evitare che si potesse mettere a rischio la perpendicolarità dei filari rispetto al terreno.
A questo punto bisogna segnare con un pennarello sul gesso i punti in cui dovranno essere piantate le viti. Ho disegnato, su un foglio di carta grande come l’area del “terreno”, una griglia con i lati dei quadratini da 2 cm., che rappresenta la distanza tra una pianta e l’altra, poi con un chiodo e ponendo sotto il foglio di carta un pezzo di polistirolo, ho forato tutte le intersezioni della griglia; infine, rimettendo il foglio sul calco di gesso, ho segnato con un pennarello il “terreno attraverso i fori. Con un trapanino fornito di una punta da 1,5 mm ho forato con attenzione e perpendicolarmente il gesso in corrispondenza dei punti segnati. A questo punto ho infilato nei fori dei piccoli pezzi di filo elettrico tipo telefonico per avere la possibilità di trasformare il bianco gesso in un vero campo usando le polveri adeguate senza il rischio di otturarli.
Per il fissaggio delle polveri, o della vegetazione in genere, sono solito vaporizzare sulla parte interessata una soluzione molto diluita di acqua e vinavil, successivamente la cospargo con le polveri appunto o con la vegetazione, vaporizzo con acqua cui ho aggiunto qualche goccia di sapone per i piatti (per diminuire la tensione superficiale) e infine la vaporizzo di nuovo con la soluzione di acqua e ninavil, sempre da una distanza tale che non svolazzi nulla. Il giorno dopo tutto è attaccato perfettamente senza sgradevoli impappamenti. In questa situazione però non aspetteremo il giorno dopo per togliere tutti i pezzetti di filo che otturano i fori perché altrimenti li ritroveremmo incollati anche loro. Subito dopo l’ultima vaporizzazione di acqua e vinavil andremo a liberare con una pinzetta e con un po’ di attenzione tutti i fori e alla fine avremo il campo pronto e con tutti i fori liberi per le viti da inserire.

Nel nostro caso ho adoperato del comune filo per cucire di colore scuro, nella realtà i rami delle viti si abbarbicano su fil di ferro teso su paletti traforati di cemento.
L’altezza della capanna di viti deve permettere ad un uomo di passarci sotto per cui non si dovrebbe stare al di sotto dei 2 mt., il che in HO equivale a 23 mm. I paletti sono realizzati a forma di Y con del filo elettrico irrigidito con lo stagno e colorati in grigio scuro.
A questo punto prepariamo le nostre piantine di vite. Usando sempre il solito filo di rame avvolto su se stesso se ne lascia una parte libera di circa 1 cm.: questa servirà a formare i rami della vite che andranno ad adagiarsi sui fili tesi tra i paletti della vigna. La larghezza di 1 cm. servirà per colmare la larghezza di 2 cm. che avevamo lasciato tra una pianta e l’altra.
Per la posa dei fiocchi erbosi si procede come di consueto, dopo aver provveduto a colorare di marrone scuro il filo di rame, immergendo la parte ramificata della piantina nella solita soluzione di acqua e vinavil, questa volta medio densa, e cospargendola poi con i fiocchi di media grandezza.
A lavoro ultimato, nel mio caso ho avuto bisogno di 160 piantine, si passa alla fase di impianto. Con una certa dose di pazienza, dote che mai deve mancare ad un buon fermodellista, si comincia ad infilare, con una pinzetta, una piantina dopo l’altra nei fori predisposti adagiandole sui fili tesi.
A ciascuno la libertà di scelta del metodo migliore per non rimanere incastrato tra i fili e le piantine. Io posso suggerire il metodo che ho adottato io e cioè sono partito da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso completando una fila alla volta verticalmente. Il risultato finale è quello che vedete.
Qui c'è un esempio di impianti viticoli a capanna delle mie zone.