giovedì 29 marzo 2007

LAMPIONI PER ILLUMINAZIONE

Senza dubbio una scena arricchita con una illuminazione omogenea riesce a dare un impatto molto gradevole ad un plastico. Anche in questo caso l'autocostruzione permette di non lesinare sui punti luce dando così l'opportunità, visto il risparmio di spesa, di posizionarne tanti senza problemi. Il tipo di lampione è quello più comune che oggi, mentre cominciano a prendere piede quelli di disegno più moderno, ancora si vedono praticamente in tutti gli angoli delle strade. Cambiano le curvature del braccio e l'altezza, ma la tipologia è pressochè identica. L'adattamento modellistico è di semplice realizzazione e l'effetto è, a mio giudizio, molto carino. Come mia abitudine, propongo una piccola scheda di come li ho realizzati. E' uno spunto per chi non sa da dove cominciare, ma è anche migliorabile per chi ha più esperienza.

Prima di passare alla fase pratica alcune immagini di insieme.

La grande isola spartitraffico di giorno.

...e di notte


La stazione di giorno


...e di notte







L'angolo della pensione di giorno


...e di notte

COME FARE I LAMPIONI
I materiali utilizzati per questo lavoro sono stati:
- tubetto di ottone da mm.2x1 e da mm.3x2 per le due sezioni del corpo;
- lastrina di ottone da mm.0,3 per la realizzazione della plafoniera
- microlampade da 12v., 34mA
- filo elettrico extra fine (tipo utilizzato per i decoder)
- guaina termoassorbente
- attrezzi per la saldatura a stagno.

La scelta del tipo di lampione è stata presa osservando i tipi che ancora oggi sono diffusissimi per le strade delle nostre città. Un tipo molto comune che ben si adatta all'utilizzo delle microlampade che si trovano facilmente in commercio. Ve ne sono di diverse altezze a seconda della loro ubicazione. Io ne ho scelto due: il palo da 7 metri per l'illuminazione bassa (marciapiedi, piazzale di stazione) e quello da 11 metri (illuminazione stradale). La curvatura dei bracci è più ampia per quello più alto, molto più corto invece il braccio del lampione più basso. Nel disegno sottostante si vede il palo alto (n.1) e due tipi di curvatura per quello basso. Ho scelto l'altezza del n.2 e la piegatura del n.3.

Le misure dei segmenti per il palo alto: base cm.6, braccio cm.8; per il palo basso: base cm.4, braccio cm.4,5. Naturalmente vanno fatte due considerazioni: a queste misure vanno aggiunte per il braccio la misura che si intende far entrare nella congiunzione con la base; mentre per la base si deve considerare la parte che va a finire attraverso il piano del plastico nella parte sottostante. Ognuno valuterà secondo le proprie esigenze.

La parte più lavorata è la preparazione della plafoniera. Io ne ho disegnato uno spaccato su un pezzo di carta millimetrata.

Le misure si evincono facilmente dalla foto: 6mm. la parte larga, 2mm. quella bassa. Il resto delle linee si traccia di conseguenza e dopo le varie piegature verrà eliminata la parte eccedente. Si prende un pezzetto di lamierino di ottone da 0,3mm. (per alcune plafoniere ho anche utilizzato le scatolette di tonno).

Con l'ausilio del disegnino fatto sulla carta millimetrata e con la punta di un vecchio compasso ho inciso i punti guida sulla lastrina di ottone.

Con il cutter, incidendo, ritraccio le linee del disegno.


E' sufficiente solo una incisione perchè si provvederà a togliere gli eccessi per piegatura e relativa frattura (bastano due piegate e la lastrina si spezza perfettamente).


Tagliamo in prossimità della curva per poter permettere la piegatura dell'altro pezzetto di linea retta.



Con delle tronchesine o delle forbici tagliamo la parte curva della plafoniera.

Una arrotondata con una limetta o se lo si possiede un attrezzo tipo Dremmel.

E la prima parte del lavoro è finita.

Passiamo adesso alla piegatura della plafoniera.

Dopo averla serrata, con l'aiuto delle dita, si procede alla piegatura.


Ecco il risultato.

Con le pinze a becco tondo pieghiamo la parte frontale facendola combaciare con la curva della plafoniera.

Tagliamo la parte eccedente....

...e la plafoniera è pronta. Ora smussiamo la parte posteriore tagliando un piccolo triangolino per ottenerne la forma tipica.


Saldiamo dall'interno con abbondante stagno per chiudere tutte le fessure. Il flussante sarà di valido aiuto per fare scorrere lo stagno lungo le pareti.

Ed ecco le plafoniere pronte per essere saldate al braccio del lampione e accuratamente levigate (in questo caso l'ausilio di un utensile tipo Dremmel facilita molto il lavoro).

Passiamo adesso alla lampadina. Ad un polo di questa, dopo averlo tagliato il più corto possibile, saldiamo il filo che dovrà passare all'interno del braccio fino a fuoriuscirne dalla base, l'altro polo, invece, lo pieghiamo su se stesso in modo che inserendo la lampadina nella plafoniera, e se abbiamo rispettato bene le misure ci entrerà un pò a forza, vada ad essere schiacciato contro la plafoniera stessa. Questo contatto di massa sarà il nostro secondo polo per fare accendere il lampioncino: uno è il filo che fuoriesce dalla base, l'altro è la base stessa. Ecco perchè è necessario che da sotto il plastico ci sia un segmento sufficiente per creare il contatto.


Ed ecco come ho bloccato il lampione sotto la base del plastico. Un segmento di mammut infilato sino a poggiare sotto il plastico tiene fermo e diritto il lampioncino e nello stesso tempo serra il filo elettrico al tubo di ottone creando così il secondo polo per fare accendere la lampadina. Semplice e veloce da montare.

Prima della verniciatura finale, bisogna piegare il braccio del lampioncino. Per fare in modo da avere una piegatura il più possibile omogenea, ho riprodotto, su un pezzo di compensato, il disegno della curva dei due tipi di lampione, ricavandone delle semplici dime conformate in modo tale che fossero comode da impugnare.




Alla fine il risultato è questo e si può passare alla posa in opera.